Storia della Coltivazione del Riso Vercellese dagli Inizi a Chicchediriso ( parte prima )

La pianura Vercellese, oggi dominata dalla coltivazione del riso, ha vissuto una lunga e complessa fase di popolamento.

Per studiare i cambiamenti del paesaggio del Vercellese, occorre tener conto sia dei caratteri geografici che costituiscono la sua vocazione territoriale, sia di quelli storici.

L’antico Insediamento Romano

La fisionomia dell’area vercellese ha origine dal sovrapporsi di fasi di popolamento e mutamenti del paesaggio, che risalgono alla primitiva colonizzazione romana.

Dagli insediamenti in aree centuriate ci giunge la più antica documentazione archeologica di quei villaggi, che stabilirono l’intreccio dell’iniziale articolazione viaria.

Su tale articolazione si inserirono le vie medievali, ed in seguito non poche strade moderne. Tale intreccio è decifrabile anche con la prima organizzazione amministrativa, plebano-cristiana del territorio.

Le bonifiche

Intorno al XII secolo le campagne del vercellese erano quasi totalmente incolte a causa della presenza di ampie zone paludose e di foreste.

Era dunque necessario bonificare i terreni e metterli a coltura affinché potessero fornire una rendita.

All’epoca esistevano ordini religiosi che non limitavano la loro azione alla cura spirituale dell’anima. Tra i compiti che dovevano svolgere ve n’erano anche di più materiali, legati al lavoro dei campi.

Uno di questi ordini era quello dei monaci Cistercensi. Nelle varie regole che li caratterizzavano, c’era quella che imponeva la fondazione dei monasteri in zone deserte o in mezzo a terre vergini, bisognose di essere dissodate, bonificate e messe a coltura.

L’Abbazia di Lucedio

I monaci cistercensi, fondarono nel 1123 l’abbazia di Lucedio che, da quel momento, divenne uno dei luoghi più importanti dell’intero Vercellese.

Fu la culla di una civiltà agricola, che diede origine alla coltivazione del riso e alla diffusione dell’attuale sistema di coltivazione nelle campagne.

I Cistercensi

Tra i più grandi meriti dei Cistercensi non va’ ricordata solamente l’introduzione della coltivazione del riso, ma anche di aver creato le basi per arrivare al concetto di proprietà fondiaria. Con la possibilità di ottenere una rendita, comparvero infatti i primi casi di affitto dei terreni dell’abbazia ( siamo nel periodo tra il XIV e XV secolo ).

Un documento del 1493, di un giudice della zona di Trino, parla di una ” PISTA DA RISO “, a testimonianza della presenza della coltura in quell’epoca.

I monaci dissodarono molte terre furono, realizzarono nuove canalizzazioni irrigue, non più limitate al solo scopo del funzionamento dei mulini.

Venne inoltre realizzata una rete stradale campestre. Si trattava di un complesso di elementi del tutto legati ad un mutamento socio-economico, che valse a cambiare profondamente il carattere del paesaggio.

Dobbiamo  ricordare che è durante il Cinquecento che cominciarono a modificarsi radicalmente gli interessi delle persone che operavano nel territorio vercellese.

A causa delle guerre, della peste, degli assedi, del perdurare dell’occupazione straniera francese e spagnola, caddero le posizioni sociali delle famiglie appartenenti alla nobiltà.

Iniziarono così ad avvantaggiarsi coloro che, operando secondo gli interessi del mercato, determinarono un vero e proprio ricambio delle categorie economiche .

Il susseguirsi di mutamenti politici ed economici causarono profondi cambiamenti nel territorio. Comparvero di nuove tipologie di fabbricati rurali come le cascine a corte chiusa ed i ricetti, un insieme di case circondate da mura e torri, che fornivano riparo in caso di pericolo.

IL 1700

Fra il 1710 e il 1711 quasi tutto il territorio della provincia di Vercelli fu visitato, Comune per Comune, dagli uomini incaricati di procedere alle azioni necessarie per giungere alla nuova ripartizione delle imposte fondiarie.

Per i terreni feudali, comuni ed ecclesiastici doveva anche essere individuato il titolare del possesso, per recuperare eventuali abusi che si fossero verificati nel tempo.

Si definiva la linea perimetrale del territorio di ogni comune, si determinavano le proprietà ed il titolo di possesso, la produttività ed il reddito.

La seconda metà del Settecento vide lo sviluppo delle risaie e il consolidarsi di grandi aziende agrarie.

Esse erano di proprietà ecclesiastica, eredi delle grandi abbazie monastiche, di enti ospedalieri, della nobiltà. Al loro interno si svilupparono organizzazioni complesse, che oltre allo sfruttamento delle terre dovevano garantire anche gli sbocchi sui mercati delle loro grandi produzioni.

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